Disco: Buon Compleanno Elvis
Band: Ligabue
Anno: 1995
Genere: Rock
Voto TheSubwoofer: 7
Componenti:
Luciano Ligabue: Voce; Chitarra
Fede Poggipollini: Chitarra
Antonio "Rigo" Righetti: Basso
Robby "Sanchez" Pellati: Batteria
Tracklist: 01. Vivo morto o X
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Buon Compleanno Elvis! è il disco che consacrò Ligabue come la vera e unica rockstar italiana; fin dal titolo il disco si annuncia come un chiaro omaggio ai miti del rock americano, nella musica e nei testi. Dal punto di vista musicale in questo album non c'è niente che non sia già stato fatto prima, sia per quanto riguarda la precedente produzione di Ligabue, sia per il rock: semplici canzoni rock, con la classica struttura strofa-ritornello-strofa-assolo; quello che cambia, o meglio, che altri in Italia non avevano, è la convinzione e la passione con cui quelle semplici canzoni sono suonate, come se tutto ciò accadesse per la prima volta al mondo. L'altra novità consistente è rappresentata dalle storie raccontate da Ligabue: niente rime cuore-amore come nella romantica tradizione italiana, ma storie crude di vita reale, di disperazione e solitudine. La "notte" è il rifugio di una generazione, il momento migliore per pensare ("Seduto in riva al fosso"), o per fuggire dalla noia della provincia emiliana ("Certe notti"); ma più che fuggire è un vagare senza meta per le campagne, cercando di bar in bar il senso della vita. Su questa desolazione e su questa ricerca infinita di senso regna la forza della musica: basta canticchiare una canzone e un pò di sole sulla testa perchè tutto vada bene ("Leggero"): questa è la filosofia di Ligabue. Basta prendere in mano una chitarra e pettinarsi alla Elvis ("La forza della banda", "Un figlio di nome Elvis") per evadere da una realtà soffocante e sentirsi più vicino ai propri idoli (Janis, Jimi, Jim, Brian) e al "sogno americano"; e poco importa se per la gente si è "pazzi": loro non sanno cos'è il rock 'n' roll! Ligabue non sarà un poeta o un gran musicista, ma le sue canzoni colpiscono direttamente allo stomaco; e soprattutto, come pochi ha saputo raccontare l'esistenza, i sogni e le delusioni di una generazione vissuta nell'immobilità della provincia, quasi fuori dal mondo. |