TheSubwoofer

Recensione

 

Disco: Elephant

Band: The White Stripes

Anno: 2003

Genere: Garage Rock, Blues

Voto TheSubwoofer: 5,5

Componenti:

Jack White: Voce; Chitarra; Basso

Meg White: Batteria; Voce

 

 

Tracklist:

01.  Seven Nation Army
02.  Black Math
03.  There's No Home for You Here
04.  I Just Don't Know to Do With Myself
05.  In the Cold, Cold Night
06.  I Want to Be the Boy to Warm Your Mother's Heart
07.  You've Got Her in Your Pocket
08.  Ball and Biscuit
09.  The Hardest Button to Button
10.  Little Acorns
11.  Hypnotize
12.  The Air Near My Fingers
13.  Girl, You Have No Faith in Medicine
14.  It's True That We Love One Another

 

Con il loro quarto album i White Stripes riescono a fondere il blues e il punk, il rock e il garage, senza apparire datati, anzi, proiettandosi verso il futuro; il duo č ricco di idee, anche se a volte fa fatica a metterle in ordine. “Seven Nation Army”, il singolo che ha portato l’album al successo, alterna un basso ipnotico a violente schitarrate. “Black Math” e “Hypnotize” sono i brani che piů ci riportano alle origini garage del gruppo. Ma anche quando i fratelli White scelgono di virare verso il pop, lo fanno con accortezza, evitando di cadere nel commerciale: “I Just Don’t Konw What Do With Myself” č una piacevole rilettura di Bacharach. Con i sette minuti di “Ball And Biscuit”, i White Stripes omaggiano il blues di Chicago nel migliore dei modi. Meg White non č una virtuosa delle pelli, ma il suo modo di suonare č congeniale allo stile della band; Jack suona i soliti accordi rock ‘n’ roll, ma in modo efficace. I White Stripes dimostrano di saper passare da delicate e stralunate ballate (“In The Cold, Cold Night”, “I Want To Be The Boy”) a pezzi rock ‘n’roll (“Girl, You Have No Faith In Medicine”), mantenendo riconoscibile il loro stile e senza sconfinare nell’imitazione: e di questi tempi č una cosa ammirabile.

Giuseppe "Heartbreaker" Palazzolo