TheSubwoofer

Recensione

 

Disco: Machine Head

Band: Deep Purple

Anno: 1972

Genere: Hard Rock

Voto TheSubwoofer: 10

Componenti:

Ian Gillan: Voce; Armonica

Ritchie Blackmore: Chitarra

Jon Lord: Organo Hammond

Roger Glover: Basso

Ian Paice: Batteria

 

Tracklist:

 

01.  Highway Star

02.  Maybe I’m a Leo

03.  Pictures of Home

04.  Never Before

05.  Smoke on the Water

06.  Lazy

07.  Space Truckin’

 



 

La storia di questo disco è raccontata in "Smoke On The Water": la band si trovava in Svizzera per registrare l'album in un casino, con lo studio mobile dei Rolling Stones; ma durante il concerto di Frank Zappa, il casino va a fuoco e la band è costretta a terminare le registrazioni in un hotel freddo e deserto, tra lampadari e materassi alle pareti! Da questa situazione surreale viene fuori un album molto potente e con un sound decisamente "live", proprio perchè registrato in presa diretta e in pochissimo tempo. Si parte con "Highway Star": adrenalina pura, un inno alla velocità, che grazie alla sua energia diventerà il pezzo d'apetura di tutti i concerti della band; racconta Blackmore che la canzone nacque durante uno spostamento sul tour bus, strimpellando il banjo! L'assolo di Blackmore è il massimo esempio di velocità e pulizia di esecuzione, mentre Jon Lord mescola sonorità classiche ad assordanti svisate di hammond. A rallentare i battiti cardiaci ci pensa "Maybe I'm A Leo", pezzo che, per le sue cadenze funk, non avrebbe sfigurato su "Fireball". In "Pictures Of Home" ogni componente si ritaglia il suo momento di gloria solistica: comincia Ian Paice sfoderando un'intro percussivo venato di jazz che ha fatto storia; l'assolo di Man In Black è un'altra delle sue perle, così come quello di Lord; anche Glover, abbandonando il ruolo di metronomo, ci delizia con un "melodico" assolo di basso. "Never Before" ricorda i primi lavori dei Purple, e per la sua orecchiabilità fu il singolo dell'album. La già citata "Smoke on the water" è il riff per antonomasia del rock: almeno una volta nella vita, gli appassionati di musica, si saranno ritrovati inconsciamente, quasi ipnotizzati, a ondeggiare la testa seguendo questo riff! Diventerà la canzone più famosa in assoluto dei Deep Purple! "Lazy" (ispirata a Steppin' Out dei BluesBreakers) comincia con l'hammond svisato e prosegue con l'inseguimento ad alta velocità tra Blackmore e Lord, lambendo i territori del jazz, fino a quando Ian Gillan non intona la prima strofa e tira fuori dal taschino l'armonica come i vecchi bluesman! Un pezzo trascinante, che nei live si espande fino a diventare una jam session. "Space Truckin'" è appunto un brano "spaziale", caratterizzato dal riff stoppato di Blackmore e dall'assolo di batteria "marziana" di Ian Paice; la leggenda vuole che Blackmore si fosse rotto il polso per suonare il riff, tanto era difficile! La prova di Gillan è superlativa, qui come in tutto il disco; la band è al culmine delle proprie forze creative, ma già durante il tour promozionale dell'album nasceranno le tensioni interne, visibili nel pessimo "Who Do We Think We Are", che causeranno la fine della Mark II, la migliore formazione porpora di sempre. Quest'album fissò per sempre i canoni dell'hard rock!

Giuseppe "Heartbreaker" Palazzolo