TheSubwoofer

Recensione

 

Disco: Superunknown

Band: Soundgarden

Anno: 1994

Genere: Hard Rock, Psychedelic

Voto TheSubwoofer: 9

Componenti:

Chris Cornell: Voce; Chitarra

Kim Thayil: Chitarra solista

Ben Shepherd: Basso

Matt Cameron: Batteria

 

Tracklist:

01. Let me drown
02. My Wave
03. Fell On Black Days
04. Mailman
05. Superunknown
06. Head Down
07. Black Hole Sun
08. Spoonman
09. Limo Wreck
10. Day I Tried To Live
11. Kickstand
12. Fresh Tendrils
13. 4th Of July
14. Half
15. Like Suicide
16. She Likes Surprises (solo su vinile)

 

Marzo 1994, tra un mese Kurt Cobain si sarebbe suicidato, portandosi dietro quel carrozzone-macchina da soldi che nel frattempo era diventato il grunge; ma c'è ancora il tempo perché Seattle emetta il suo canto del cigno, ovvero "Superunknown". Un disco monumentale, che coniuga vari sottogeneri del rock: dalla psichedelia all'hard rock, dal punk al blues; pescando a piene mani dagli anni 70 e senza scadere nella stanca imitazione, i Soundgarden riescono a creare uno stile personale e riconoscibile. E' possibile sentire echi settatantiani nell'opener "Let Me Drown", un pezzo dal riff memorabile, che mescola insieme Led Zeppelin e Black Sabbath. "My Wave" è una classica canzone hard rock, con un riff sincopato e un canto aggressivo, che nel finale si trasforma in una jam psichedelica dall'atmosfera molto dilatata. Il lato più pesante della band emerge in "Mailman" e "4th Of July", che riprendono i riff pesanti e cadaverici dei Black Sabbath, avvicinandosi perfino al doom. La title-track è caratterizzata dalla voce e dal drumming "fantasioso", quasi progressive, di Matt Cameron, uno dei pochi batteristi degli anni 90 capaci di elevarsi al di sopra del banale 4/4! Le liriche pessimiste e il canto malato di Cornell rendono "Head Down" uno dei vertici del disco: l'inizio addirittura acustico si evolve in un turbinio psichedelico, con basso e batteria protagonisti finali. Altro capolavoro del disco è la visionaria "Black Hole Sun", la ballata psichedelica che ha reso i Soundgarden famosi in tutto il mondo, grazie anche a un videoclip sarcastico nei confronti dell'American dream. Negliarrangiamenti di "Spoonman" partecipa un artista di strada che "suona" dei cucchiai, conferendo al brano un fascino alternative. L'opprimente "Limo Wreck" sembra una variazione sulla linea di basso di "Dazed And Confused" dei Led Zeppelin. L'atmosfera rimane cupa anche nella successiva "The Day I Tried To Live" guidata da un basso che più claustrofobico non si può: un perfetto contraltare per la voce potente e intensa di Chris Cornell. Segue il punk veloce di "Kickstand", che ci introduce alla già citata "4th of July". La chiusura del disco è affidata al cupo blues di "Like Suicide": il gruppo parte lento, ma ci pensano le rullate alla John Bonham di Cameron ad accelerare il tempo, e a lanciare un convulso assolo di Kim Thayil.
L’ammorbidimento del suono e una buona dose di melodia hanno permesso alla band di farsi apprezzare anche al di fuori del circuito metal, senza vendersi tuttavia alle logiche di mercato, diventando allo stesso tempo una delle formazioni più rappresentative del fenomeno grunge, e un classico dell’hard rock di sempre. E “Superunknown” si erge come l’”Exile on main St.” degli anni 90!

 Giuseppe "Heartbreaker" Palazzolo