Sympathy for the devil

 

di Giuseppe Palazzolo

"Sesso, droga e rock 'n' roll", e il diavolo, che fine ha fatto? Già, perchè nel blues (prima) e nel rock (dopo), il diavolo, e il satanismo in genere, sono state delle figure molto presenti. A partire dai primi bluesmen neri del Mississippi, passando per le provocazioni degli Stones, per arrivare all'anticristo piuttosto pacchiano di Marilyn Manson. I vecchi bluesmen narrano di incontri col diavolo negli incroci (i famosi crossroads, celebrati in svariate canzoni) delle città, e di come il diavolo stesso accordasse loro la chitarra, garantendogli bravura e successo immediato; ne è un esempio la leggenda di Robert Johnson, morto giovanissimo in circostanze misteriose: evidentemente il patto col diavolo aveva i suoi svantaggi.
Ma la maledizione dei bluesmen non intimorisce nessuno: anzi i Rolling Stones dedicano pure il loro album psichedelico a "sua maestà satanica" (Their Satanic Majesties Request, 1967). Il disco è quasi un flop, ma gli Stones ci riprovano e incidono uno dei loro capolavori, guardacaso il disco è il più blues della loro carriera; Beggars Banquet (1968) appunto, si apre con la storica "Sympathy For The Devil": coretti "uh uh" da bolgia infernale e Telecaster più tagliente di una lama; Mick Jagger impersona Lucifero, un uomo raffinato, lui era "lì" quando Cristo è stato crocifisso, e adesso si vanta di aver rubato l'anima a molti...

Intanto con l'avvento dell'hard-rock, gli adepti di Satana crescono, su tutti si ricordano Black Sabbath e Led Zeppelin. Questi ultimi, non hanno mai ammesso di aver tratto ispirazione dall'esoterismo, ma non l'hanno nemmeno negato. Del resto è noto a tutti l'interesse di Jimmy Page per il satanista Alesteir Crowley, di cui possedeva castelli, manoscritti e altre reliquie; si dice anche che Jimmy avesse stipulato un patto di sangue col resto della band, a cui Jones non volle partecipare: questa diceria è avvalorata dal fatto che la band in seguito fu colpita da numerose tragedie personali, eccetto Jones. Passando alla musica si può cogliere qualche doppio senso nella mistica "Stairway To Heaven" («il pifferaio ci guiderà alla ragione», «ci sono due sentieri che puoi percorre»); mentre sembra ridicolo che ascoltando la stessa canzone al contrario su vinile si possa sentire la frase «Ecco il mio dolce Satana»: al tempo queste diavolerie (scusate il gioco di parole...) erano impossibili negli studi di registrazione analogici!

Ma non sono solo gli hard-rockers a corrompere le ingenue menti dei fans con messaggi subliminali, qualcuno ha captato qualche riferimento al diavolo persino nei tranquilli Eagles: dalla ballata "Wasted Time" (sempre ascoltata al contrario), alla copertina di Hotel Califronia (l'uomo affacciato alla finestra si dice che sia un satanista). Non poteva mancare la furia nichilista dei punk, e allora ecco i Sex Pistols, che nel loro inno "Anarchy in the UK" urlano a squarciagola «I'm an antichrist, I'm anarchy». Gli AC/DC, una band che già nel nome si diachiara "satanica" (AC/DC dovrebbero essere le iniziali di Anti Christ/ Death Christ), intitolarono persino uno dei loro capolavori "Highway To Hell": «Hey Satana, sto pagando i miei sbagli, suonando in una rock-band» cantavano gli australiani. Peccato che poco tempo dopo all'inferno ci finì Bon Scott, il loro carismatico cantante, soffocato dal suo vomito. Ma il gruppo non si impressionò, anzi nel successivo "Back In Black" i contenuti luciferini diventarono ancora più espliciti. Il disco si apriva con il sinistro rintocco di campane di Hells Bells, e poi Brian Johnson (il nuovo cantante) intonava i fatidici versi «Sei così giovane, ma morirai presto... Non voglio prendere prigionieri... Ti porterò all'inferno».
In Italia i Litfiba presero in giro i luoghi comuni dell'accoppiata rock e satanismo con la loro "El Diablo": «Giro di notte con le anime perse... Tu vendimi l'anima e io ti porto alle stelle...»

Il culmine si toccò quando un ragazzo in America si suicidò ascoiltando "Suicide Solution" di Ozzy Osbourne. Molti dischi furono accusati di spingere i giovani a commettere suicidi e omicidi; recentemente anche Marilyn Manson è stato ritenuto responsabile di istigare i giovani alla violenza, soltanto perchè alcuni delinquenti ascoltavano la sua musica. Bisogna chiedersi dove finisce la finzione della musica e dove comincia la follia degli ascoltatori: se un ragazzo prende sul serio "Hells Bells", e decide di uccidere i propri compagni di classe, allora potrebbe farlo anche dopo aver visto un film horror; il problema risiede quindi nella sanità mentale di chi ascolta, non di chi compone le canzoni!